Esistono due tipi principali di DBMS (Sistema di Gestione di Database): relazionali e NoSQL. I primi lavorano con tabelle, dove tutto è preciso e per colonne — come in Excel. I secondi sono più liberi, non richiedono una struttura rigida. È comodo quando non hai uno schema dati chiaro o cambia spesso.
Tra l’altro, NoSQL non vuol dire “non SQL”. È più “Not Only SQL”. Molti sistemi NoSQL capiscono query SQL, solo che funzionano un po’ diversamente.
Esempi di DBMS popolari:
- Relazionali: PostgreSQL, MySQL, Microsoft SQL Server.
- NoSQL: MongoDB, Cassandra, Redis.
DBMS relazionali
Un database relazionale (RBD) organizza i dati sotto forma di tabelle, dove ogni riga è un record (o oggetto) separato e ogni colonna è un campo (attributo). Le tabelle sono collegate tra loro tramite chiavi: primarie (per identificare il record) e esterne (per collegare le tabelle).
Ecco un esempio classico di tabella "Studenti" in un DBMS relazionale:
| id | name | age | group |
|---|---|---|---|
| 1 | Anna | 21 | KA-01 |
| 2 | Eve | 20 | KA-02 |
| 3 | Max | 22 | KA-01 |
Caratteristiche chiave dei DBMS relazionali:
- I dati sono rigidamente strutturati.
- Le relazioni tra le tabelle sono definite tramite chiavi.
- Per lavorare con i dati si usa SQL (Structured Query Language).
Vantaggi
- Struttura dati rigida: le tabelle garantiscono che ogni oggetto abbia un set fisso di campi. Questo semplifica la gestione dei dati.
- Integrità dei dati: grazie alle chiavi primarie ed esterne, i database relazionali evitano incongruenze nei dati.
- Supporto allo standard ACID: i DBMS relazionali garantiscono affidabilità delle transazioni, seguendo i principi di atomicità, coerenza, isolamento e durabilità.
- Supporto a query complesse: SQL permette di fare operazioni potenti di selezione, ordinamento e aggregazione.
I DBMS relazionali sono perfetti dove i dati sono ben strutturati e serve che tutto torni al centesimo. Per esempio, nei sistemi bancari non si può perdere nulla — ogni movimento deve essere sotto controllo. O, tipo, nei sistemi di contabilità: fatture, clienti e magazzini di solito hanno una struttura fissa, ed è comodo tenerli in tabelle. E ovviamente in tante web app, dove ci sono, per esempio, liste di utenti, prodotti, ordini — tutto si adatta benissimo alle tabelle e alle relazioni strette.
DBMS NoSQL
NoSQL (Not Only SQL) — sono DBMS che non usano il modello relazionale. I dati possono essere salvati come documenti, in formato chiave-valore, grafi o colonne. L’idea è la flessibilità: puoi salvare i dati come ti pare, senza regole rigide. E ovviamente c’è un prezzo da pagare per questa libertà.
Esempio di salvataggio dati in NoSQL (per MongoDB):
{
"id": 1,
"name": "Alex",
"age": 21,
"group": "KA-01"
}
I DBMS NoSQL sono molto diversi — dipende da come gestiscono i dati. Per esempio, le DBMS documentali, tipo MongoDB, lavorano con strutture flessibili, dove i dati sono salvati come documenti, spesso in formato JSON. È comodo se la struttura può cambiare da record a record.
DBMS chiave-valore, come Redis, sono come un enorme magazzino di coppie "chiave:valore". Sono perfetti per cache o accesso rapido a impostazioni semplici.
Se devi lavorare con relazioni tra oggetti — tipo analizzare amici nei social o costruire percorsi — ti servono le DBMS a grafo come Neo4j. Salvano le info come una rete di nodi e relazioni, super comodo per queste strutture.
Invece le DBMS a colonne, tipo Apache Cassandra o HBase, salvano i dati per colonne, non per righe. È utilissimo se lavori con grandi volumi e ti serve analizzare solo certi parametri — come nell’analisi dati o nei sistemi Big Data.
Perché e quando scegliere NoSQL
I database NoSQL sono forti dove i DBMS relazionali classici iniziano a soffocare. Hanno diversi punti di forza:
- Sono veloci. NoSQL gestisce benissimo enormi quantità di dati — le query sono rapide anche se i dati non sono strutturati come una tabella Excel.
- Flessibili. Puoi cambiare la struttura dei dati al volo: oggi un oggetto ha tre campi, domani cinque, e non si rompe nulla.
- Si scalano facilmente. Quando i dati diventano troppi, puoi semplicemente distribuirli su più server. Si chiama scalabilità orizzontale, e NoSQL la adora.
- Vanno d’accordo con Big Data. Se hai flussi di log, eventi, azioni utenti o altri dati “grezzi” senza schema chiaro — NoSQL ce la fa.
Questi DBMS sono top in situazioni dove:
- il volume dei dati cresce in fretta e la struttura cambia (tipo analisi di log o eventi),
- serve cercare e aggregare info al volo (come nell’analisi dati),
- c’è una rete di relazioni complessa, come nei social (qui servono i DBMS a grafo).
Insomma, se il tuo progetto sembra più un organismo vivente che una tabella rigida, NoSQL potrebbe essere proprio quello che ti serve.
Confronto tra DBMS relazionali e NoSQL
| Caratteristica | DBMS relazionali | DBMS NoSQL |
|---|---|---|
| Archiviazione dati | Tabelle, righe, colonne | Documenti, grafi, chiave-valore, colonne |
| Linguaggio query | SQL | Dipende dall’implementazione (tipo MongoDB Query) |
| Integrità dei dati | Alta (chiavi primarie/esterne) | Dipende dall’implementazione (integrità non garantita) |
| Scalabilità | Verticale (aumenti la potenza del server) | Orizzontale (distribuzione su più server) |
| Flessibilità struttura | Struttura rigida (tabelle e campi fissi) | Struttura dinamica (può cambiare) |
| Performance | Ottimale per dati strutturati | Alta con grandi volumi e dati poco strutturati |
| Esempi | PostgreSQL, MySQL, Oracle Database | MongoDB, Cassandra, Redis |
Quando scegliere un DBMS relazionale o NoSQL?
DBMS relazionali:
- Quando i dati sono rigidamente strutturati.
- Quando serve il supporto alle transazioni.
- Quando ti serve analisi complessa tramite SQL.
DBMS NoSQL:
- Quando serve flessibilità nella struttura dei dati.
- Quando la scalabilità è più importante della struttura rigida.
- Quando lavori con grandi volumi di dati difficili da organizzare in tabelle.
Pensala così: un DBMS relazionale è come una tabella Excel, dove tutto è perfetto tra righe e colonne. NoSQL invece è una bacheca dove puoi attaccare di tutto, dai post-it alle foto.
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